Côte Atlantique: in viaggio verso l’Oceano.

L’idea di percorrere la costa atlantica della Francia, spingendoci fino al confine con la Spagna, ci frullava in testa da tempo. Nonostante fosse sempre stato un itinerario di riserva, messo da parte per lasciar spazio a mete apparentemente più attraenti, questa volta ci siamo finalmente decisi. La nostra destinazione era il Golfo di Biscaglia.

Il Viaggio Inizia: Attraverso il Colle del Moncenisio

Quando ci troviamo a sconfinare in Francia, la nostra strada preferita è sicuramente quella che passa per il Colle del Moncenisio. Se non l’avete mai attraversato, vi consiglio di provarlo almeno una volta. Questa via attraversa la Val di Susa e, una volta superato il valico, scende nella regione dell’Alta Moriana, nel dipartimento francese della Savoia. Un percorso che riporta indietro nel tempo, evocando le gesta di Annibale e Napoleone, e che ha giocato un ruolo strategico anche dal punto di vista militare, oltre che essere stato protagonista di tappe memorabili del Tour de France e del Giro d’Italia. Oggi, il Colle del Moncenisio è una meta prettamente turistica molto amata per i suoi panorami mozzafiato e il grande bacino artificiale creato dalla diga, la cui costruzione risale al 1968 e per la possibilità di attività all’aperto. Arriviamo al valico in serata per la prima sosta notturna del nostro viaggio. Qui, il tramonto e la successiva alba ci regalano un senso di pace e tranquillità, con temperature decisamente più fresche rispetto alla città.

Giorno 1: Verso il Cuore della Francia

La prima vera giornata di viaggio è dedicata ad un lungo trasferimento. Senza soste significative, se non quelle di servizio, sfioriamo città come Grenoble, Lione, e Clermont-Ferrand, fino a raggiungere Rocamadour. Qui troviamo ospitalità per la notte presso il Camping Le Roc, un piccolo campeggio che si rivela accogliente e funzionale.

Giorno 02: Esplorando Rocamadour e La Roque-Gageac

Ci svegliamo di buon’ora nel campeggio che ci ha accolto per la notte, pronti a partire per la vicina Rocamadour. Vogliamo sfruttare le prime ore della giornata per evitare sia la calura estiva, che si fa sentire anche in questa parte della Francia, sia la folla di turisti che popola solitamente questa zona. Non si può visitare la valle della Dordogna senza fare tappa in uno dei borghi più affascinanti del paese. Rocamadour, nota come la “Cittadella della Fede”, è un celebre luogo di pellegrinaggio sin dal XII secolo, costruita su diversi livelli abbarbicati sulla roccia sopra un canyon attraversato dal fiume Alzou, un affluente della Dordogna. Il contesto medievale in cui è immerso il borgo è davvero suggestivo e rende la visita a Rocamadour una tappa obbligata per chiunque si trovi in zona.

In realtà, tutta la regione è costellata di piccoli borghi che meritano una visita, come Sarlat-la-Canéda e Périgueux. Il nostro viaggio però si concentra su La Roque-Gageac, un altro gioiello medievale affacciato sulle rive della Dordogna. Il villaggio, composto da un piccolo agglomerato di case adagiate lungo il fiume, è dominato da una fortezza del XII secolo, costruita anch’essa sulla roccia e accessibile tramite una scalinata che sale lungo la vertiginosa scogliera. Passeggiare tra i vicoli di La Roque-Gageac in cerca di un po’ di fresco, è come fare un salto indietro nel tempo e salendo tra le stradine, la vista che si apre sulla valle della Dordogna e sui caratteristici tetti del villaggio merita una foto.

Un modo ideale per trovare refrigerio è fare un tuffo nelle placide acque del fiume, o se preferite concedervi un’escursione in canoa, noleggiabile in loco. Navigare lungo la Dordogna è un’esperienza che consigliamo vivamente, soprattutto durante i caldi mesi estivi.

Sebbene piccoli, questi due borghi ci occupano gran parte della giornata, e solo nel tardo pomeriggio riprendiamo il nostro cammino verso ovest. A circa cento chilometri da La Roque-Gageac, abbiamo programmato un’altra tappa: Saint-Émilion.

Questa piccola cittadina, immersa nei vigneti, è una meta strategica per noi prima di raggiungere Bordeaux. Arrivati che è quasi sera, troviamo ospitalità in una delle tante aziende vinicole della zona, alcune delle quali offrono gratuitamente la possibilità di sostare per la notte. Pur essendo un parcheggio senza servizi, tranne la disponibilità di elettricità a pagamento, la bellezza del luogo compensa ampiamente la mancanza di servizi. Ci ritroviamo immersi tra i vigneti e assistiamo a un tramonto incantevole che si distende sui filari di viti che sembrano non finire mai.

Per la cronaca, abbiamo sostato a Chateau Arnaud de Jacquemeau, dove è possibile anche visitare la cantina e degustare i vini prodotti. Un’esperienza che non mancherà di arricchire il nostro viaggio attraverso questi territori intrisi di storia e sapori autentici.

Per maggiori informazioni, visitate arnaud-de-jacquemeau.fr.

Giorno 03: Da Saint-Émilion a Bordeaux

Se siete appassionati di vini, Saint-Émilion è il luogo ideale per voi. Qui potrete scegliere tra una vasta gamma di cantine nella zona o acquistare vini locali direttamente nelle enoteche del borgo. Arrivando a Saint-Émilion, vi troverete immersi in un panorama di vigneti che si estendono a perdita d’occhio. Saint-Émilion è un piccolo borgo dal fascino inconfondibile, caratterizzato da stradine tortuose, piazzette acciottolate e ristoranti tipici dove gustare un’ottima colazione o un pranzo, magari accompagnati da uno dei vini locali. Questo luogo vanta oltre 2000 anni di storia e tradizioni ed è stato riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Dopo aver esplorato Saint-Émilion, ci dirigiamo verso la nostra prossima destinazione: Bordeaux, a circa cinquanta chilometri più a ovest. Bordeaux è famosa in tutto il mondo per i suoi vini pregiati e, dal 2007, è anch’essa Patrimonio dell’Umanità UNESCO grazie alla concentrazione di monumenti storici e alla sua architettura distintiva.

Arriviamo a Bordeaux a metà mattinata e troviamo parcheggio in una piazza nel centro storico, uno dei vantaggi di viaggiare con un van. Ci dirigiamo subito all’ufficio del turismo per raccogliere informazioni sulla città. Non avendo programmato una visita dettagliata, ci affidiamo ai consigli ricevuti. Se anche voi avete poco tempo a disposizione, questa è una soluzione ideale. Con la mappa della città alla mano, decidiamo di seguire rigorosamente l’itinerario suggerito, che in circa due ore (escluse le soste) permette di visitare i principali monumenti e attrazioni del centro storico. Un vero e proprio “assaggio” della città.

Il nostro percorso include il Gran Teatro dell’Opera, la Porta Dijeaux, la maestosa Cattedrale di Sant’Andrea, la Grosse Cloche, la Porta Cailhau, la Piazza del Parlamento e la splendida Place de la Bourse. Alla fine, tra visite, pause e piccole soste per cercare refrigerio, trascorriamo la giornata nel centro di Bordeaux, un tour intenso reso ancora più impegnativo dalle temperature che si superano abbondantemente i 30 gradi.

Bordeaux meriterebbe sicuramente più tempo per essere scoperta appieno. Per questo motivo, decidiamo di lasciare alcune visite per il giorno successivo. Nel frattempo, però, dobbiamo trovare un posto per la notte. Sostare in città si rivela complicato, quindi ci affidiamo alla tecnologia per trovare un’area camper appena fuori Bordeaux, a circa venti minuti, dove poter passare la notte. L’area di sosta è ben curata, con piazzole pianeggianti su ghiaia, spazi verdi privati, allacciamento elettrico e acqua. Se avete bisogno di ulteriori dettagli, visitate airecampingcarlegrain.fr.

Giorno 04: Bordeaux, La Rochelle e l’Ile de Ré

Come previsto, dedichiamo ancora un po’ di tempo a Bordeaux prima di riprendere il nostro itinerario. Avevamo programmato di visitare la Città del Vino, l’edificio contemporaneo dall’aspetto avveniristico che ospita un museo dedicato all’arte del vino, ma un disguido durante la prenotazione ci ha impedito di entrare. Ci siamo dovuti accontentare di ammirare la struttura dall’esterno. L’edificio, unico nel suo genere, ricorda un decanter ed è diventato uno dei simboli della città. Il fatto che il National Geographic lo classifichi al settimo posto tra i migliori musei del mondo rende ancora più amaro il nostro rammarico per non averlo potuto visitare.

Il viaggio deve comunque continuare, così ci spostiamo verso un altro piccolo museo dedicato al vino: il Museo del Vino e del Commercio di Bordeaux. Questo museo offre ai visitatori l’opportunità di scoprire un aspetto della città legato al suo porto e alla tradizione vinicola, il tutto nell’atmosfera unica di una tipica casa di commercianti del XVIII secolo. La visita ci ha permesso di immergerci nella storia e nelle tradizioni della produzione vinicola, concludendo con una piacevole degustazione. Anche se diversa da quella programmata, è stata un’esperienza interessante, in una delle zone più caratteristiche del centro: Les Chartrons. Questo antico borgo, sviluppatosi a partire dal XIV secolo e ora parte integrante del centro cittadino, rappresenta ancora oggi il cuore del mondo del vino di Bordeaux.

Prima di pranzo, decidiamo di esplorare ancora un po’ il centro facendo una passeggiata per Rue Saint Catherine, una delle vie più famose del centro. Questa via pedonale, lunga quasi un chilometro, è dedicata principalmente allo shopping. Per il pranzo, avremmo voluto provare il Mercato dei Cappuccini, il più grande mercato coperto di Bordeaux, dove numerose bancarelle offrono una vasta scelta di prodotti da gustare sul posto o da asporto. Sfortunatamente, arriviamo troppo tardi e dobbiamo ripiegare su un piccolo ristorante proprio di fronte al mercato, Adonis Restaurant. Le recensioni sono contrastanti e l’aspetto esteriore non è dei migliori, ma il locale si inserisce bene nel contesto e offre una cucina tradizionale libanese tutt’altro che disprezzabile.

Prima di lasciare Bordeaux, ci concediamo un’ultima attività: una visita a Les Bassins des Lumières. Questa ex base sottomarina risalente alla Seconda Guerra Mondiale è stata trasformata in uno spazio dedicato ai grandi maestri dell’arte ed è ora riconosciuta come il più grande centro di arte digitale al mondo. L’architettura imponente e l’atmosfera unica rendono questo luogo davvero particolare.

Dopo Bordeaux, ci aspetta un trasferimento di circa due ore per raggiungere la prossima meta: La Rochelle, la prima località costiera del nostro itinerario. Conosciuta come “la porta dell’oceano”, La Rochelle è stata per due secoli il principale porto francese sull’Atlantico. Il Porto Antico è il cuore pulsante della città, caratterizzato dalle sue torri iconiche che delimitano l’ingresso al porto e fanno parte delle sue fortificazioni storiche.

Lungo le banchine del porto, numerosi bar e ristoranti creano un’atmosfera vivace e accogliente. Prima di cena, ci concediamo una pausa sorseggiando qualcosa di fresco in uno di questi locali all’aperto, vicino alla famosa Porte de la Grosse Horloge, il simbolo più riconoscibile della città che segna l’accesso al Vecchio Porto fortificato.

Passeggiare per le vie del centro, tra i caratteristici portici e i numerosi palazzi storici, è un vero piacere. A La Rochelle potete anche esplorare il vecchio mercato coperto, fare scorta di prodotti freschi o gustarli direttamente sul posto, visitare il suo famoso acquario, che ospita quasi 12.000 specie diverse, o rilassarvi su una delle sue spiagge.

La città è senza dubbio piacevole, dinamica e ricca di una storia millenaria che attira migliaia di visitatori ogni anno. Proprio l’affollamento inatteso ci spinge a lasciare la città prima del previsto, per dirigerci verso la vicina e tranquilla Ile de Ré. L’isola è collegata alla terraferma dal famoso ponte panoramico di due chilometri. Data l’ora, decidiamo di non fare soste lungo il percorso e proseguiamo fino all’estremità settentrionale dell’isola, dove inizieremo la nostra visita il giorno seguente dal bellissimo Phare des Baleines. Per la notte, ci fermiamo in un’area camper vicino al faro, nella località di Saint-Clément-des-Baleines. L’area è semplice, ma molto vicina alla spiaggia, raggiungibile tramite un sentiero pedonale, e offre la possibilità di allacciamento elettrico, carico e scarico. https://maps.app.goo.gl/Hy4cEFRCjXdsd9m98

Giorno 05: L’Ile de Ré e l’Isola d’Oléron

Iniziamo la giornata secondo programma, visitando il Phare des Baleines, l’iconico faro. Con i suoi 60 metri di altezza e i 257 gradini, è stato acceso per la prima volta nel 1854 e offre una visibilità di circa 27 miglia marine, cioè 50 km. La salita è faticosa, ma la vista panoramica a 360 gradi dalla sommità ripaga ampiamente lo sforzo. Accanto al faro moderno si erge l’antica torre, in funzione dal 1682 e dichiarata monumento storico nel 1904. Questa torre serviva come punto di sorveglianza per il traffico marittimo prima che il Phare des Baleines prendesse il suo posto.

Se amate andare in bicicletta, l’Ile de Ré è il posto perfetto. Con i suoi percorsi ciclabili e il terreno pianeggiante, è ideale per esplorarla su due ruote. L’isola, che copre una superficie di 85 km², è relativamente piccola e facile da girare. Il paesaggio cambia notevolmente da un’estremità all’altra: nella parte occidentale, alcune zone ci hanno ricordato la Camargue. Non mancano le spiagge, e tra i piccoli paesini che abbiamo visitato, Saint Martin de Ré è stato il nostro preferito. Questo borgo, ex capitale dell’isola, ha un fascino particolare grazie al suo porto e alle mura fortificate che lo circondano. Passeggiare per le sue strade strette e i vicoli è molto piacevole. Ci siamo fermati in un ristorante sul porto per gustare le famose moules frites, rigorosamente al roquefort. Saint Martin de Ré merita sicuramente una visita e un’ottima recensione per l’atmosfera rilassante.

Altri paesini dell’isola, come La Flotte e Saint Marie de Ré, meritano una sosta, così come le belle spiagge della costa sud. Conclusa la nostra esplorazione dell’isola ci dirigiamo verso un’altra isola, quella di Oléron, che si raggiunge attraverso un altro ponte di circa 3 km.

L’Isola d’Oléron, con il suo clima mite e le sue splendide spiagge, è la più meridionale delle isole della costa atlantica. La nostra prima sosta è a La Château-d’Oléron, con la sua cittadella fortificata e le caratteristiche capanne colorate, un tempo utilizzate per la lavorazione delle ostriche e ora trasformate in negozi di souvenir. Visto l’orario, abbiamo deciso di sistemarci nell’area sosta camper “du Moulin” a Saint-Denis-d’Oléron, che offre tutti i servizi necessari, tra cui docce calde, carico e scarico, e lavanderia. https://maps.app.goo.gl/qTq5hSoQfP56uqoE8

Giorno 06: Dall’Isola d’Oléron alla Penisola del Médoc

Iniziamo la giornata con una visita al Phare de Chassiron, il faro situato all’estremo nord dell’isola. Con i suoi 46 metri di altezza, è un faro a strisce bianche e nere costruito nel 1836 per sostituire una torre precedente. Le fasce nere furono aggiunte nel 1926 per aumentare la visibilità e distinguersi dal vicino Phare des Baleines.

L’Isola d’Oléron offre anche altre attrazioni, come il vivace porto di pescatori di La Cotinière sulla costa occidentale, dove ci fermiamo per una pausa sulla spiaggia e per esplorare il paese, che è stato l’antica capitale dell’isola. Non potevamo perdere l’occasione di degustare le ostriche, una delle specialità dell’isola. Il villaggio di Fort-Rover è famoso per la sua coltivazione di ostriche e offre diversi luoghi dove gustare questi frutti di mare freschi. Noi, abbiamo pranzato al Bord à Bord a Boyardville, un locale semplice ma eccellente per i suoi prodotti freschi, tra cui l’Églade de Moules, un piatto tradizionale preparato cuocendo le cozze su una tavola di legno ricoperta di aghi di pino incendiati.

Per chi ama le spiagge, le più belle dell’isola sono Saumonards sulla costa orientale e la grande spiaggia di Saint-Trojan-les-Bains.

Lasciamo l’isola con un po’ di nostalgia in serata e torniamo sulla terraferma per proseguire verso sud, direzione Royan. Qui ci aspetta il traghetto per Pointe de Grave nella penisola del Médoc. L’attesa per l’imbarco si rivela più lunga del previsto e riusciamo a salire sull’ultima corsa al tramonto. Sbarchiamo a Pointe de Grave e troviamo subito un posto per la notte all’Aire de Camping-Car Soulac-sur-Mer, che offre solo carico e scarico senza elettricità. Tuttavia, la posizione direttamente sulla spiaggia è perfetta per ammirare il Phare de Cordouan, situato su un isolotto poco distante dalla costa, e per godere di un tramonto spettacolare. https://maps.app.goo.gl/MwU3xZz8VdtU6NTF7

Giorno 07: Cap Ferret e la Duna di Pilat

La giornata inizia con una passeggiata sulla spiaggia di fronte all’area di sosta a Soulac-sur-Mer, godendo dei primi raggi di sole. Successivamente, ci dirigiamo verso Cap Ferret, situato alla punta meridionale della penisola del Médoc, che si affaccia sul bacino di Arcachon. Questa area è celebre per le sue immense spiagge e l’ostricoltura.

Per arrivare a Cap Ferret, attraversiamo il Parco Naturale Regionale del Médoc, un’area caratterizzata da paesaggi variegati che spaziano dai vigneti alle foreste, dall’estuario della Gironda all’Oceano Atlantico. I panorami sempre diversi si susseguono continuamente, offrendo un viaggio visivo attraverso diverse bellezze naturali.

Cap Ferret è un luogo rinomato per la sua atmosfera estiva e il suo ambiente naturale verdeggiante. Questa punta tra l’oceano e il bacino di Arcachon è classificata come sito naturale protetto e offre una combinazione unica di pinete, spiagge e villaggi dedicati all’ostricoltura. Dopo una passeggiata per esplorare la zona, ci fermiamo al ristorante La P’tite Kabane nel villaggio di pescatori. Questo locale si rivela una scelta eccellente per il pranzo, con una terrazza che si affaccia sul bacino e una vista delle dune di Pilat in lontananza. Il pranzo include ostriche fresche e gamberi, accompagnati da un ottimo vino bianco. Dopo il pasto, ci rilassiamo sulla spiaggia, godendo del sole e del panorama del mare che risale lentamente riappropriandosi della spiaggia.

Un’altra attrazione imperdibile di Cap Ferret è il faro omonimo. Costruito nel 1947 per sostituire una struttura distrutta durante la Seconda guerra mondiale, il faro è alto 53 metri e offre una vista eccezionale su tutto il bacino e le dune di Pilat. La salita di 258 gradini è sicuramente ripagata dalla bellezza del panorama.

Dopo aver visitato Cap Ferret, ci dirigiamo verso Arcachon, situata dall’altra parte del bacino. Questa città turistica offre un lungomare vivace, ampie spiagge e una zona pedonale con negozi e ristoranti. Tuttavia, preferiamo un’esperienza più intima e ci spostiamo così alla Duna di Pilat, uno dei luoghi più iconici della regione.

La Duna di Pilat è la duna di sabbia più grande d’Europa, con una lunghezza di circa 3 chilometri, una larghezza di 500 metri e un’altezza che supera i 100 metri. La sua formazione, composta da oltre 60 milioni di metri cubi di sabbia, crea un paesaggio straordinario, caratterizzato dal contrasto tra la sabbia dorata, il verde della vegetazione circostante e il blu dell’oceano.

Arriviamo alla sommità della duna e assistiamo a uno dei tramonti più spettacolari che abbiamo visto. Il sole si nasconde dietro l’orizzonte alle 21:26, e il momento è celebrato da un applauso spontaneo da parte dei visitatori e da un nostro personale brindisi. La vista è davvero mozzafiato e il tramonto si rivela un’esperienza memorabile, incorniciata da uno scenario naturale senza pari.

Giorno 08: L’oceano a Mimizan e Bayonne

Dopo aver trascorso la notte all’Aire de Camping Car du Lac de Cazaux,  https://maps.app.goo.gl/d2nxQi2DxVDuxZkSA, vicino al lago omonimo e non lontano dalla Duna di Pilat, partiamo verso sud con destinazione Bayonne. Con il ricordo ancora vivissimo del tramonto spettacolare della sera precedente, siamo pronti a continuare il nostro viaggio.

Sulla strada per Bayonne, ci fermiamo a Mimizan, una località costiera ideale per una giornata di relax al mare. Mimizan Plage, famosa per la sua lunga e ampia spiaggia di sabbia fine denominata “La Sud”, è la nostra scelta per una pausa rigenerante. Parcheggiamo facilmente lungo l’Av. de l’Océan, proprio a ridosso della duna di sabbia che separa le case dalla spiaggia.

Prepariamo l’occorrente un picnic e ci sistemiamo sulla spiaggia, approfittando di una giornata calda ma ventilata. L’oceano è inizialmente lontano, ma con una passeggiata raggiungiamo la battigia e osserviamo i surfisti alle prese con le lezioni di surf. La spiaggia è abbastanza grande da evitare assembramenti, e il paesaggio cambia notevolmente con l’innalzamento del mare. Quello che inizialmente era un ampio bagnasciuga si trasforma in una serie di onde che si infrangono sulla sabbia. Non possiamo resistere a un tuffo rigenerante nell’acqua fresca, prima di raccogliere le nostre cose e proseguire il viaggio.

Arriviamo a Bayonne, capitale economica dei Paesi Baschi francesi. La città, situata sui due lati del fiume Nive, è famosa per i suoi storici quartieri e le sue case pittoresche con facciate colorate e a graticcio. Purtroppo, arriviamo tardi e troviamo molte attività commerciali già chiuse e la città ci sembra meno vivace di quanto ci aspettassimo con le strade quasi deserte. Ci dirigiamo verso il centro storico di Grand Bayonne, esploriamo la Cattedrale e ci spostiamo a Petit Bayonne, l’altra parte del fiume. Questo quartiere, più popolare e vicino alla cultura basca, appare più vivace e dinamico, specialmente lungo le sponde del fiume, con locali che offrono un’atmosfera più animata e colorata. Notiamo anche facciate più vivaci e graffiti di street art che aggiungono carattere al quartiere.

Essendo piuttosto stanchi e desiderosi di trovare una sistemazione per la notte, decidiamo di lasciare Bayonne e dirigerci verso Biarritz. Optiamo per l’Area Sosta Camper – Corsaires, che si trova su un promontorio a una decina di minuti dal famoso faro di Biarritz, visibile anche dall’area di sosta. L’area è un semplice parcheggio asfaltato con servizi di carico e scarico.

Giorno 09: Biarritz e San Sebastián.

Il cielo grigio ci accoglie al risveglio di questa giornata, ma la nostra visita a Biarritz inizia comunque con una tappa classica: il faro di Pointe Saint-Martin. Costruito nel 1834 e alto 73 metri, il faro offre una vista panoramica spettacolare sulla città e sull’oceano. Decidiamo di affrontare i 248 gradini per raggiungere la sommità e godere del panorama, anche se il meteo ne limita un po’ la visibilità.

Biarritz è nota per la sua vivacità e il suo fascino, grazie alla sua posizione privilegiata affacciata sul Golfo di Biscaglia. La città è famosa per le sue spiagge, come la Grande Plage e la Petit Plage, la rocca della Vergine, il mercato coperto e il vecchio porto dei pescatori. Nonostante la giornata grigia e l’affollamento del periodo estivo, questo luogo merita comunque una visita.

Lasciamo Biarritz intorno a mezzogiorno e ci dirigiamo verso San Sebastián, appena oltre il confine spagnolo. Troviamo parcheggio facilmente e iniziamo la visita della città, partendo dalla storica funicolare al Monte Igueldo. Anche se il tempo non è dei migliori, la vista dalla sommità sulla spiaggia della Concha e sull’isola di Santa Chiara è comunque impareggiabile. La salita e la discesa con la funicolare valgono sicuramente il costo del biglietto e la fila.

Un altro punto di interesse turistico è il Pettine del Vento, le sculture di Eduardo Chillida situate alla fine della spiaggia di Ondarreta, ai piedi del Monte Igueldo. Questo luogo è diventato un simbolo di San Sebastián.

Visto il meteo che poco si addice ad una giornata nella splendida spiaggia della Concha, decidiamo di immergerci nel centro della città dedicandoci alla sua tradizione gastronomica. Passeggiando per le vie centrali, ci fermiamo in uno dei bar presenti per assaporare i famosi pintxos accompagnati da un bicchiere del classico txakoli. I pintxos, simili alle tapas spagnole, sono una tradizione sociale in questa regione, offrendo una combinazione perfetta di piacere culinario e scoperta della città.

San Sebastián offre anche altri luoghi di interesse, come il Palazzo di Miramar, la Cattedrale del Buon Pastore e Piazza della Costituzione oltre ad essere sede di musei ed eventi culturali che nel 2016 le valsero il titolo di Capitale Europea della Cultura.

Un’altra giornata stava volgendo ormai al termine e così decidiamo di lasciare anche San Sebastian per proseguire verso Bilbao. Imbocchiamo l’autopista 8 e raggiungiamo Bilbao in serata. Inseriamo le coordinate dell’Área de Autocaravanas de Kobetamendi nel navigatore, ma troviamo l’area completa al nostro arrivo. Per la notte, ci sistemiamo nel parcheggio antistante l’area. Il consiglio è di arrivare al mattino per avere maggiori possibilità di trovare posto. L’area di sosta è situata in collina con una vista panoramica sulla città e offre servizi di carico e scarico, elettricità e un autobus per il centro a pochi passi. Sosta massima di 48 ore, con circa 80 piazzole disponibili.
https://maps.app.goo.gl/VyZ9A4KbwWcM8aYT8

Giorno 10: Bilbao sotto la pioggia

La pioggia che accompagna la nostra prima giornata a Bilbao, non ci impedisce di esplorare questa vibrante città. Iniziamo la nostra visita dal Casco Viejo, il centro storico di Bilbao situato sulla riva nord del fiume Nervión. Questo quartiere animato offre un’immersione nella storia e nella cultura della città. Passeggiando tra le sue strade acciottolate, ammiriamo edifici storici e religiosi come la Cattedrale di Santiago, il più antico edificio di Bilbao.

La Plaza Nueva, con i suoi numerosi tavoli all’aperto, è perfetta per fermarsi in un pintxos bar e assaporare le solite tapas basche accompagnate dall’immancabile Txakoli. Tra i luoghi che troverete elencati in tutte le guide ci sono anche due ponti. Il ponte di Calatrava, noto come Zubi Zuri, progettato dall’architetto Santiago Calatrava, è un ponte pedonale sospeso sul fiume Nervión ed esempio di architettura moderna e innovativa. Quello di Vizcaya è il primo ponte trasportatore del mondo, progettato da Alberto de Palacio, allievo di Gustave Eiffel e attivo dal 1893.

Non mancate una visita al famoso Mercato Coperto di Bilbao, un vivace spazio dove possiamo trovare non solo bancarelle con prodotti freschi, ma anche numerosi locali per una pausa gastronomica. Visto il meteo rinunciamo alla visita alla Funicolare di Artxanda che offre una vista mozzafiato di Bilbao dal Monte Arxanda, a 250 metri di altezza.

Giorno 11: Bilbao e il Guggenheim

Il secondo giorno a Bilbao lo dedichiamo alla visita del Museo Guggenheim. Progettato dall’architetto canadese Frank Gehry e inaugurato nel 1997, il museo rappresenta la modernità e la trasformazione di Bilbao. La sua architettura futuristica è impressionante e vale la pena di essere ammirata. Il museo ospita anche esposizioni di grande valore artistico, come quella dedicata alla Pop Art con opere di Andy Warhol e Robert Rauschenberg, e quella di Yoshitomo Nara, un artista della pop art giapponese. Consigliamo di prenotare i biglietti online e dedicare almeno mezza giornata alla visita.

Dopo il museo, passeggiamo lungo la Gran Vía de Don Diego López de Haro, uno dei principali viali commerciali di Bilbao, partendo dalla Plaza Federico Moyúa. Qui è possibile fare un po’ di shopping e ammirare l’eleganza della città.

Bilbao ci lascia una sensazione positiva, con un mix di eleganza sofisticata e tradizione industriale, unita alla modernità. Consigliamo di dedicare almeno 48 ore per apprezzare appieno la città, esplorando le sue strade, assaporando i piatti tipici e ammirando la sua architettura.

Giorno 12: Pamplona

Partiamo da Bilbao in direzione di Pamplona, capitale della Navarra, a circa due ore di distanza. La nostra visita inizia dalla Plaza de Toros, un’arena storica situata nel centro della città e punto di arrivo della famosa corsa dei tori. Questa arena, risalente al 1922 e con una capienza di oltre 19.000 persone, è la seconda più grande di Spagna dopo Las Ventas di Madrid. La visita ci permette di scoprire le curiosità e i segreti di questo storico luogo.

Pamplona è nota per le sue tradizioni, e una delle più famose è la festa di San Fermín, con la corsa dei tori che si svolge dal 6 al 14 luglio. Ripercorriamo il percorso della corsa, partendo dalla salita di Santo Domingo e attraversando il centro storico fino all’arena. Le immagini di questa corsa sono famose in tutto il mondo e offrono un’affascinante prospettiva della cultura locale.

Pamplona non è solo corsa dei tori; la città offre anche un bel centro storico con luoghi di interesse come la Plaza del Castillo, definita il salotto di Pamplona, la Cattedrale di Santa María la Real, un imponente edificio religioso, e il municipio con la sua caratteristica facciata. Poco fuori dal centro, si può visitare la Ciudadela de Pamplona, un’antica fortificazione militare a forma di pentagono, circondata da un fossato.

Da Pamplona alla tappa successiva ci sono circa 100 chilometri da percorrere.

È ormai pomeriggio inoltrato e per recuperare un po’ di energie sottratte dal caldo estremo di questi giorni decidiamo di anticipare la sosta per la notte appoggiandoci ad un campeggio fuori città a metà strada dalla meta del giorno successivo. https://maps.app.goo.gl/W5CAoVrS4fVo5QA99

Giorno 13: Las Bardenas Reales e Saragozza

Questa giornata è dedicata principalmente alla visita al Parco Naturale di Las Bardenas Reales, un’area desertica che si estende per 42.000 ettari nella Navarra sudorientale. Conosciuto per i suoi paesaggi mozzafiato modellati dal vento, questo parco è il secondo deserto europeo dopo quello di Tabernas in Andalusia. Le sue formazioni uniche hanno anche attratto l’attenzione di cineasti e fotografi e probabilmente ritroverete familiari questi luoghi, set di alcuni film o serie televisive.

Per esplorare il parco, avete diverse opzioni: auto, moto, bici o trekking. Abbiamo optato per un percorso in van, seguendo il tracciato circolare in senso antiorario fino al celebre Cabezo de Castildetierra. Questo percorso di circa 40 km ci ha offerto viste spettacolari e numerose opportunità fotografiche. La strada bianca e polverosa richiede circa un’ora e mezza, includendo soste per ammirare il paesaggio. Dal 2000, il parco è stato dichiarato Riserva Mondiale della Biosfera dall’UNESCO.

Sosta pranzo e poi variazione del nostro itinerario. Vista la vicinanza, decidiamo di proseguire verso Saragozza, a circa 100 km a sud. Arriviamo nel tardo pomeriggio e parcheggiamo vicino al centro storico. Nonostante il caldo persistente, iniziamo a esplorare la città senza un piano preciso, lasciandoci guidare dall’istinto.

La prima vista spettacolare è quella della Basilica di Nuestra Señora del Pilar, riflessa nelle tranquille acque dell’Ebro. Questa basilica barocca, costruita tra il XVII e il XVIII secolo, è un vero gioiello architettonico. Nei pressi della basilica si trova anche la Cattedrale di San Salvador, conosciuta anche come La Seo. Questa cattedrale è un mix di stili architettonici, frutto di numerosi restauri e ampliamenti nel corso dei secoli.

Di fronte alla cattedrale, potrete visitare il Museo del Foro di Caesaraugusta, situato sotto la pavimentazione della piazza della cattedrale. Il museo espone i resti archeologici dell’antico Foro romano. Un altro luogo di interesse è l’Antica Borsa di Saragozza, un bell’esempio di Rinascimento aragonese, oggi sede di mostre ed esposizioni.

Con la città che sembra essere ancora in una sorta di siesta, ci dirigiamo verso il Museo Goya, dedicato all’arte di Francisco de Goya, uno dei grandi maestri dell’incisione. Il museo ospita una collezione permanente delle sue incisioni e una mostra temporanea intitolata “Nel mare di Sorolla con Manuel Vicent”, che offre un interessante dialogo tra pittura e letteratura attraverso 50 opere.

Dopo la visita al museo, notiamo che il centro città è molto più animato. Decidiamo di cenare nel Casco Antiguo, il quartiere storico di Saragozza, assaporando le deliziose tapas locali. E rimandiamo la visita al Palazzo dell’Aljafería al giorno successivo.

Per la notte, ci sistemiamo presso l’Área de Autocaravanas de Zaragoza, un parcheggio gratuito riservato ai camper, con servizi di carico e scarico. La posizione è comoda e pratica per riposare prima di continuare la nostra esplorazione di Saragozza.

Giorno 14: Saragozza e il Castillo

La giornata inizia con una visita al Palazzo dell’Aljafería, una delle tre grandi testimonianze dell’architettura islamica in Spagna, accanto alla Mezquita di Cordoba e all’Alhambra di Granada. Questo castello ha ricoperto numerosi ruoli nel corso della sua lunga storia: da fortezza islamica a palazzo medievale, da residenza dei monarchi cattolici a fortezza nel XIX secolo, e persino carcere durante l’Inquisizione. Oggi ospita le Cortes d’Aragona, il parlamento regionale. Nonostante molte parti siano state ricostruite, il palazzo conserva tracce visibili delle varie trasformazioni architettoniche. L’audioguida scaricabile sullo smartphone è un ottimo strumento per esplorare i vari ambienti e comprendere la storia del castello.

Concludiamo così la nostra visita in Spagna e ci dirigiamo verso il confine francese, imboccando l’autopista 2 e attraversando Andorra. Dopo circa 600 chilometri di viaggio, arriviamo a Carcassonne. Avendo già visitato la città in passato, decidiamo di cenare in uno dei ristoranti nella piazza principale, gustando un piatto tipico della Linguadoca: il Cassoulet, uno stufato di fagioli con carne di maiale e oca.

Per la notte, non trovando posto nell’area sosta camper appena fuori dal paese, optiamo per un parcheggio riservato a camper e pullman a due minuti a piedi dalla cittadella fortificata. Il parcheggio è gratuito dalle 20 alle 8 del mattino e non ha servizi, ma la sua vicinanza alla cittadella lo rende molto comodo.

Giorno 15: Da Carcassonne verso il Moncenisio

Carcassonne, con oltre 2 milioni di visitatori annuali, è uno dei luoghi più affascinanti della Francia. La cittadella medievale, con le sue due cinte murarie e le sue torri, è straordinariamente ben conservata e offre uno spettacolo mozzafiato. Passeggiamo per i suoi vicoli e ci fermiamo nella piazza principale per un caffè.

Per chi visita Carcassonne per la prima volta, i punti salienti includono sicuramente il giro delle mura, dove si possono percorrere i cammini di ronda e ammirare le fortificazioni, il Castello del Conte, con le sue torri e i bastioni imponenti, la basilica di Saint-Nazaire, un bell’esempio di architettura romanica e la Porte Narbonnaise, la porta d’ingresso principale alla città, realizzata tra due torri gemelle con un ponte in pietra.

Quando orma al piccolo borgo stavano sopraggiungendo centinaia e centinai di turisti, salutiamo Carcassonne e ci rimettiamo in strada verso l’ultima tappa del nostro itinerario. Ritorniamo al Colle del Moncenisio, dove avevamo iniziato il nostro viaggio. Lo raggiungiamo in serata e ci sistemiamo per la notte vicino alla diga, cenando e passando una tranquilla e soprattutto fresca notte, prima del ritorno a casa.

Giorno 16: Ultimo giorno al Colle del Moncenisio

La nostra ultima giornata di viaggio inizia dunque al Colle del Moncenisio, un luogo che ci ha accompagnati in molti dei nostri viaggi oltralpe. Il paesaggio qui è sempre incantevole e il colle rappresenta un punto di sosta ideale. Iniziamo la giornata con una breve passeggiata, seguendo il percorso lungo la diga del lago artificiale. Il panorama è magnifico, con le acque del bacino che riflettono le cime montuose circostanti. Proseguiamo poi fino al Forte Varisello, una delle più imponenti fortificazioni della zona, costruito tra il 1877 e il 1880. La fortificazione, dalla forma pentagonale, è stata progettata per ospitare cannoni, munizioni, truppe e rifornimenti, ed era parte del complesso difensivo per proteggere il passo durante l’epoca della cessione della Savoia alla Francia.

La salita al forte è semplice e la vista dalla sommità offre un panorama spettacolare sul lago e sui monti circostanti. In zona, sono disponibili diverse opportunità per escursioni, sia a piedi che in mountain bike. Inoltre, se vi va di sperimentare attività all’aperto, potete provare una vogata in canoa sul lago o un volo in parapendio sopra il bacino e la valle.

Approfittiamo del bel tempo per un pranzo all’aperto, godendo degli ultimi raggi di sole, prima che il tempo inizia a cambiare. Enormi nuvole cariche di pioggia, infatti, si accumulano nel cielo, segnando la fine della nostra giornata al colle che è sempre un ottimo finale per i nostri viaggi. È il momento di prepararsi per il rientro e di percorrere gli ultimi chilometri del nostro itinerario portando con noi i ricordi di queste settimane.

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