Viaggi · 29/06/2020

Finalmente in paradiso

Detto così potrebbe suonare strano, ma naturalmente ci riferiamo allo spettacolare Parco nazionale del Gran Paradiso

Dopo anni di attesa e rinunce è divento finalmente la meta di un fine settimana. Siamo sul confine tra Valle d’Aosta e Piemonte a quota 2500 metri in un ambiente unico con panorami mozzafiato, a tu per tu con la natura.

Approfittiamo dell’ultimo fine settimana aperto al traffico privato, prima della chiusura estiva per raggiungere il Colle del Nivolet. Per i mesi di luglio e agosto infatti sarà possibile salire solo nei giorni feriali mentre il sabato e domenica sarà necessario utilizzare i bus navetta che portano fino al rifugio Savoia al cospetto dei laghi del Nivolet. Per ogni informazione vi invitiamo comunque a visitare il sito per parco www.pngp.it dove troverete tutte le comunicazione necessarie per una visita.

Raggiungiamo in tarda serata di venerdi Ceresole Reale, un paesino dell’alta valle dell’Orco dove decidiamo di sostare per la notte. Sul posto ci sono almeno tre campeggi da poter utilizzare come punto d’appoggio (Camping Piccolo Paradiso, Camping Cssa Bianca e Camping La Peschera) oltre ad un paio di aree sosta camper.

Sabato mattina puntiamo la sveglia piuttosto presto e proseguiamo il nostro avvicinamento al parco percorrendo la provinciale 50 per altri 18 chilometri direzione Colle del Nivolet. Sulla strada incontriamo prima il lago Serrù e poi il lago Angel. La partenza di buon’ora ci permette di risalire verso il colle senza incontrare altri veicoli sulla strada e quindi poterci fermare di tanto in tanto per ammirare il panorama e scattare qualche foto.

La strada è davvero spettacolare e ci ricorda in alcuni punti alcune delle strade turistiche nazionali norvegesi, percorse la scorsa estate.

Vista dei Laghi Serrù e Angel dal Colle del Nivolet

Raggiungiamo in poco più di mezz’ora i 2612 metri del Colle del Nivolet, uno spartiacque naturale tra la Valle dell’Orco e la Valsavarenche, da dove lo spettacolo è a dir poco meraviglioso.

Colle del Nivolet

A poco meno di un chilometro dal colle, la nostra destinazione, il rifugio Savoia dove parcheggiamo il nostro van di fronte ai laghi del Nivolet. Visto l’orario c’è il tempo per una colazione prima di iniziare l’escursione nel parco.

Dal rifugio, ci si abbandona tra i verdi pascoli e laghetti naturali come ben descrive il sito del Parco

“il Nivolet è uno splendido pianoro di torbiere e ambienti umidi a 2.500 metri di altitudine, disegnato dai meandri della Dora. È l’habitat di stambecchi, camosci, marmotte, ermellini, volpi, uccelli migratori e stanziali, e di specie floristiche rare”

L’escursione ha inizio proprio dal rifugio Savoia e seppure non sia prevista una meta precisa, imboccando il sentiero numero 3 che inizia al termine della strada qualche centinaio di metri dopo il rifugio Savoia.

Il percorso di sviluppa nel vallone della Dora del Nivolet, tra il pianoro erboso e gli alpeggi del Grand Collet e del Nivolet. Meta dell’escursione è lo splendido punto panoramico sul quale è posta la Croce dell’Arolley (2314 m s.l.m.).

Lungo il percorso, i nostri passi, i richiami delle marmotte e di qualche uccello oltre allo scorrere delle acque della Dora sono l’unica e vera colonna sonora del nostro cammino, in totale solitudine, tranquillità e nel pieno rispetto del distanziamento sociale.

Cartina sentieri

Partenza Piani Nivolet (sbarra) (2522 m.) ed arrivo Croce dell’Arolley (2313 m.) – Tempo previsto ore 3,00 andata e ritorno, dicoltà E. DESCRIZIONE ITINERARIO. Partenza dalla sbarra, il sentiero costeggia la strada sterrata e i meandri della Dora del Nivolet fino alla Croce di Arolley

Se l’idea era quella di raggiungere la croce di Arrolley e sfruttando la bella giornata di pranzare al sacco, è altrettanto vero che, in montagna il tempo può cambiare rapidamente, e così infatti, ci siamo trovati nel bel mezzo di un temporale che ci ha fatto desistere dal nostro intento, costringendoci al rientro anticipato verso il rifugio Savoia. Lungo il tragitto di ritorno la pioggia non ci ha mai abbandonato totalmente, anche se in alcuni momenti si è alternata a sprazzi di sole, ma alla fine sono state le nuvole con il loro carico d’acqua a prendere il sopravvento.

In attesa di capire le reali intenzioni del tempo per il pomeriggio, abbiamo sfruttato per il pranzo, la possibilità di cucina d’asporto offerta dal rifugio, per una buona porzione di polenta e formaggi che ci siamo gustati comodamente in camper, finalmente all’asciutto.

Visto che la pioggia non accennava a smettere, decidiamo di scendere verso valle dove passare il pomeriggio. Dopo una breve sosta presso la diga del lago Serrù raggiungiamo Ceresole Reale dove ne approfittiamo per una passeggiata intorno al lago omonimo, giusto per chiudere la giornata.

Domenica mattina siamo in piedi presto, fuori la giornata sembra splendida, cielo azzurro ed assenza quasi totale di nuvole. Decidiamo di tornare ai piani del Nivolet, ripercorrendo la stessa strada del giorno prima.

Raggiungiamo il solito parcheggio al rifugio Savoia, ci concediamo il tempo per la colazione e poi via per l’escursione giornaliera imboccando il sentiero che porta verso il lago Rosset che parte proprio alle spalle del Rifugio Savoia. Dopo la prima parte in salita che vi farà guadagnare qualche centinaio di metri di dislivello, si raggiungere un alpeggio e proseguendo lungo il sentiero si arriva ai piani di Rosset e quindi il lago omonimo.

Costeggiando la riva destra del lago e salendo ancora un poco avrete la possibilità di incontrare anche i laghi Tre Becchi e concedervi una pausa contemplando lo splendido panorama.

Lago Rosset
Laghi tre Becchi

Anche oggi il tempo è instabile e cambia in maniera repentina, pur risparmiandoci la pioggia. Tornando sui nostri passi ci rendiamo conto che a differenza del giorno precedente l’afflusso di turisti è davvero notevole, forse per il fatto che sia domenica o forse perchè si tratta dell’ultimo week-end di traffico libero nel parco. Senza pensarci troppo raggiunto il rifugio, lasciamo il parcheggio e ci spostiamo in una zona più tranquilla lungo la strada per pranzo prima di fare rientro verso casa.

Scendendo verso valle incontriamo un numero esagerato di motociclisti a riprova della bellezza di questa strada davvero spettacolare e meta ambita degli amanti delle due ruote.

Sosta per il pranzo di nuovo al lago di Ceresole, visto l’assembramento presso quello del Serrù. Pranzo, un po’ di relax in riva al lago e poi partenza per il rientro ripercorrendo tutta la valle dell’Orco che all’andata per via dell’ora tarda avevamo percorso nella totale oscurità.

Dopo tanti anni di attesa, siamo quindi riusciti ad assaporare le bellezze di questo luogo, unico rammarico non aver passato la notte in quota e l’eccessivo affollamento della domenica, ma per il resto non possiamo fare altro che segnalarvi questo luogo come meta per un fine settimana nel cuore del parco Nazionale del Gran Paradiso.