Viaggi · 22/01/2020

Week-end sottozero

Come cantava Marco Ferradini in “Schiavo senza Catene” quello appena passato è stato proprio un “tranquillo weekend in montagna”.
Non credo di sbagliarmi quando dico che la montagna, soprattutto certe montagne, hanno un fascino tutto particolare ed ogni volta che si stagliano di fronte a noi ci ricordano la loro unicità e la loro imponenza, che hanno permesso a queste cime di essere inserite tra i patrimoni mondiali dell’Unesco.

Eccoci dunque alla nostra prova del nove o forse meglio dire -9 viste le temperature di questi giorni. Abbiamo infatti deciso per un fine settimana in montagna, il primo vero fine settimana invernale in montagna, quella vera.

Paradiso del trekking, dell’arrampicata e delle escursioni in mountain bike d’estate si trasforma in questa stagione nell’habitat naturale degli sport invernali e per chi è appassionato di sci alpino o nordico, qui trova senza dubbio il luogo ideale per una vacanza da sogno dove poter praticare lo sport che più ama.

Come destinazione siamo andati sul sicuro, scegliendo come località una a noi ben nota e più precisamente Pozza di Fassa. Siamo dunque in val di Fassa, una delle principali valli trentine circondata da alcuni dei più noti gruppi montuosi delle Dolomiti.

Pur senza ambizioni sportive particolari il nostro intento è quello di assaporare questi luoghi, tante volte protagonisti di vacanze estive, in un ambiente climaticamente diverso. Per l’occasione ci siamo appoggiati al solito Camping Catinaccio Rosentgarden, una struttura essenziale a due passi dal centro di Pozza e dalle terme, una struttura tranquilla e ben gestita che abbiamo avuto modo di frequentare diverse volte.

Non avendo impegni particoalri, anticipiamo la partenza al venerdi sera fermandoci per la cena e la notte strada facendo, potendo così raggiungere la nostra destinazione in prima mattinata accolti da qualche fiocco di neve. Ci aspettavamo una vera e propria nevicata, almeno così dicevano le previsioni meteo, ma quella che ci ha accolto al nostro arrivo è tuttaltro che una vera e propria nevicata. Quattro passi in paese, la sosta alla solita panetteria e alla solita salumeria e poi la prenotazione alle terme per il pomeriggio, prima del pranzo questa volta rigorosamente in camper.

Quando ci si ferma a Pozza di Fassa, una delle tappe fisse è la salita alla Malga Aloch. Nel pomeriggio, infatti ci incamminiamo verso la malga, facilmente raggiungibile con una breve camminata lungo una strada sterrata con partenza dal centro del paese. Solitamente la salita alla malga è sinonimo di degustazione ed anche questa volta non ci siamo fatti scappare l’occasione per gustarci dell’ottimo yogurt con frutti di bosco. Per chi volesse c’è comunque la possibilità di pranzare ed eventualmente cenare con i piatti della tradizione Ladina, con particolare attenzione alle materie prime che provengono direttamente dalla loro produzione.

Riscendendo a valle costeggiamo il torrente Avisio lungo la pista ciclabile oggi dedicata a pista da fondo e preparata per la prossima marcialonga. Raggiungiamo le QC Terme Dolomiti, il centro termale a pochi passi dal campeggio a tu per tu con la natura dove ritrovare un po’ di armonia. La struttura offre perscorsi benessere, massaggi e trattamenti, piscine riscaldate all’aperto, saune panoramiche sulle splendide montagne circostanti, il tutto in una cornice davvero unica, quella delle dolomiti. Personalmente vi invito a fare questa esperienza magari dopo una giornata sulla neve per un recupero fisico e spirituale. Ricordatevi che la prenotazione è obbligatoria.

La domenica si apre con cielo azzurro e terso che ci permette finalmente di ammirare le montagne tutt’attorno, le stesse che il giorno prima si nascondevano timidamente dietro le grigie nuvole che coprivano l’intera valle. Ecco il Catinaccio, il Sassolungo, il gruppo del Sella con il Sass Pordoi, insomma uno spettacolo a 360° al quale anche un visitatore meno attento e ditratto non può restare indifferente.

Imbocchiamo la pista da fondo e ne percorriamo alcuni chilometri lasciandoci sfilare da diversi sciatori più o meno esperti intenti a percorrere una parte del percoso che verdrà migliaia di appassioni dello sci nordico avventurarsi in questa valle per la 47esima Marcialonga, un percorso di 70 km con partenza da Moena ed arrivo a Cavalese.

Se le terme hanno avuto un impatto rigenerante, devo ammettere che anche il semplice passeggiare sul bianco manto nevoso scaldati dal sole di gennaio, aiuta a rinfrancare lo spirito e a riattivare l’appetito. Del resto non si può rinunciare agli immancabili canederli di formaggio o di speck, oppure una buona fetta di puzzone di Moena o perchè no, di un gustosissimo strudel. Direi che anche qui, in questa parte del Trentino, per soddisfare la gola non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Il tempo per il pranzo e poi si riparte. Lasciamo il Camping Catinaccio e appena fuori Pozza imbocchiamo la statale 241 per il passo di Costalunga per raggiungere subito dopo il Lago di Carezza. È strano vedere quel lago alpino famoso per i suoi colori unici, oggi completamente coperto da una abbondante coltre bianca. Anche se lo spettacolo e decisamente diverso da quello a cui siamo abituati, questo lago, incastonato tra i boschi al cospetto del massiccio del Latemar, rimane comunque una sosta da programmare sulla strada del ritorno.